La tristezza di una situazione..
..tutta in uno sgurado.

(ovvero mi scuso preventivamente
per lo sfogo ma prima o poi avrei dovuto..
e preferisco prima..)

Appresa la notizia, scontata, dei deferimenti per dirigenti e società intere, mi è venuta voglia, una volta per tutte, di scrivere questa mia considerazione/idea, o forse sogno, che da troppo tempo tengo rinchiuso nella testa. Comprendo che non sarò l'unico, e non lo desideravo nemmeno, a parlare di tale argomento, anzi forse già troppo se n'è parlato. Ma credo di pensarla in modo leggermente differente. Ciò che è successo fa male ed è grave, lo sappiamo tutti. Ed è assolutamente una cosa inedita. Difronte a fatti di tale entità difficilmente si può prendere una decisione che metta d'accordo tutti. Quel che è successo deve servire, più che altro, a rientrare cerebralmente in un clima di calcio e di sport più normale. più olimpico. L'azione che più di ogni altra occorre è una riscrittura, più dettagliata, del regolamento. Un ritorno al passato. Un ridimensionamento del giro d'affari di questo sport. L'introduzione di nuove regole prendendo spunto da altri sport, come sicuramente può essere la Salary Cup (tipica degli sport americani), possono riportare questo gioco, e tutto quello che ci sta intorno, a riavere la credibilità, e lo splendore, che si merita. Questo non toglierebbe la possibilità ai giocatori di guadagnare molto e fare la bella vita. Ricordo Michael Jordan, su tutti, che continuava a essere lo sportivo più pagato del mondo anche dopo aver smesso di giocare. Questo perchè sponsor e pubblicità vanno a scegliere il giocatore che preferiscono indipendentemente dalla squadra e dai risultati ottenuti. In conseguenza a questo di potrebbe, dovrebbe, abbassare i prezzi di stadio e merchandising in modo da riportare le famiglie nelle strutture e limitare le vendite di oggetti falsi. Un'altra regola che ritoccherei è sicuramente quella della formula del campionato. I playoff sono praticamente necessari ormai. Sono diversi anni che la fine del campionato è falsata o comunque resa interessante da pareggi e/o sconfitte della prima in classifica..chiaramente non veri. Il pareggio, in sè, è poco intelligente. In molti altri sport che io seguo, non esiste. O quantomeno solo nella stagione regolare. Il pareggio, olimpicamente, non premia nessuno e non decreta nessuno vincitore; e quindi fa un po' a pugni con il senso di sfida che c'è nello sport; ma capisco che non sia facile da modificare. Si dovrebbe rivedere la regola delle squalifiche nel turno successivo per un giocatore che viene ammonito due volte, e anche l’entità di quelle dovute a comportamenti stile “DeRossi” recente. Un campione, mi spiace dirlo, non si comporta così, mai. Una forte multa, per il giocatore e non per la società, dovrebbe essere il minimo per far abbassar la cresta ai gallettini scorrazzanti nell’aia. Con aggiunta di una forte punizione, squalifica, direttamente da parte della società in modo da non essere più soggetti ad atteggiamenti da prima donna di questi ragazzini. Per intenderci, se io fossi in Marcello Lippi o chi per esso decida, il bel biondino, che tanto faceva l’innocente dopo l’espulsione, lo lascerei per tutto il mondiale in tribuna. A riflettere e marcire. E tanto avrei fatto dopo “lo sputo del Pupone”. Ci sono un sacco di ragazzi che sognano di vestire l’azzurro e che non ce la faranno mai, e si ritrovano a dover assistere in tv a scene simili. O anche solo nei confronti dei compagni in panchina, non mi pare sia giusto che solo perchè tu sei stato più fortunato o più bravo abbia il diritto di comportarti così. La maglia azzurra si deve onorare non macchiare di sangue. Ammiro, invece, giocatori che normalmente non godono della mia simpatia, per la loro troppa irruenza, Materazzi e Gattuso. Loro rispecchiano quello che significa indossare la maglia della propria nazionale. Un orgoglio. Come per Nedved, gli argentini, i brasiliani e tutte quelle squadre come la Costa d’Avorio che lottano, lealmente, contro i mulini a vento, da sempre. Ma tornando allo scandalo che da mesi ormai accompagna questo sport. Sono arrivati i deferimenti, alcuni tifosi (interisti e granata in primis..) stanno cominciando a esultare non comprendendo che questa cosa fa male indipendentemente dai colori sociali. Perdere in un sol colpo squadre come Juve, Milan, Lazio, Fiorentina falserebbe anche i campionati seguenti. Si lo so. In passato è già successo anche a Napoli e Genoa, per esempio. Ma ricordo una situazione differente. Qui si è scoperto, e su questo termine ci si potrebbe stare delle ore ma sorvoliamo, un sistema che, in un modo o nell’altro, tirava in mezzo parecchi società e non credo si possa parlare di campionati falsati o indirizzati ma, al massimo, di spartizione dei poteri e dei trofei. Mi chiedo spesso se, come doveva essere, Moggi e Giraudo avessero lasciato due anni fa o se, addirittura, fossero finito all’Inter cosa ne sarebbe venuto fuori. Purtroppo non è successo. Peccato. Si peccato perchè almeno anche all’Inter sarebbe successo qualcosa invece se ne sta a far la parte dell’angioletta con i suoi cazzo di tifosi ignoranti. Chi ci perde è il calcio, non la Juventus e il Milan. Chi ci perde sono i tifosi. Non le società. Con tali punizioni, la società venderà i giocatori, rientrerà dei soldi che, una volta ritornati nella massima serie, ricomincerà a spendere per fare il bello e il cattivo tempo di nuovo. Quello che serve sono regole nuove. Limiti e controlli. Quello che serve, per non punire giocatori e tifosi (i veri innocenti della storia) è una fortissima multa per i club (e i dirigenti colpevoli) e, al massimo una penalizzazione in fatto di punti per la squadra. Non si sta parlando di reati riconducibili ai giocatori, come fu col Milan al tempo della retrocessione per le scommesse. Qui si parla di un sistema al di sopra di tutto. Colpire nel vivo vuol dire colpire sui patrimoni. Sui soldi. Su quella macchina che offusca le menti dei potenti e distoglie dal significato di sport e passione. Multe pesanti da destinare, certificate ovviamente, ad associazioni come, per esempio la Pupi di Zanetti o la Fondazione Milan di Leonardo (e su queste due persone credo non ci sia nient’altro da aggiungere), per dare la possibilità a chi non ne ha di giocare e innamorarsi di uno sport stupendo come il calcio. Questo dovrebbe servire. Questo dovrebbe essere fatto. Non punire chi non c’entra, i tifosi e i giocatori, ma premiare chi sogna a discapito di coloro che questi sogni li vogliono spezzare. Facciamogliela pagare, materialmente. Perchè è lì che si sentiranno più feriti, della serie B a dirigenti e presidenti non importa niente. Cogliamo la palla al balzo e mostriamo al mondo che il calcio, italiano, è ancora capace di amare e di farsi amare.

Vorrei tanto che questa proposta fossa letta da più persone possibili
in modo, magari, da poter arrivare a qualcuno in alto.
Qualcuno che possa darmi ragione.
Qualcuno che la possa prendere in seria considerazione.
Ma non pretendo..
il mio blog in fondo è frequentato, con tutto rispetto,
da 4 o 5 artisti sgangherati, come me.
Lontani dalla realtà? Probabilmente.
Sognatori? Sicuramente.
e orgogliosi di ciò.