Tranquillo,
al tuo posto.
e nessuno si [ti] farà male..
al tuo posto.
e nessuno si [ti] farà male..
Nessuno, si. Ti farà male.se ti muovi dal tuo posto,
dal tuo angolo aperto.
piatto.
l'encefalogramma.
e, in parte, l'animo.
un vassoio silver plated
tirato a lucido con i "peggiori" prodotti chimici
esistenti sul mercato,
pronto per riflettere l'immagine
del servito
che quasi mai riflette sulla posizione di chi sta di fronte,
o a lato,
eppure,
parrebbe semplice.
Ma è proprio qui che si fa piatta
pure la situazione.
Supportato ma costretto a sopportare
la scarsa
per non dire assente
capacità altrui
di focalizzare il nocciolo
all'interno del frutto,
seppur bacato.
La scarsità e la pochezza,
troppo spesso semplificabile con l'assenza,
dell'incapace
in piedi, spaesato,
davanti all'albero
ridotto e abbandonato.
Porto l'acqua,
silente e ispirato,
a tratti devoto e riconoscente
(e a volte orgoglioso)
della produzione
seppur il raccolto sia tardivo
e spesso troppo vicino allo zero.
Resto in filiera,
fintanto che non vengo rimosso
dal sovrastante (assolutamente sovrastato)
o dagli eventi (compatibilmente ai venti).
E fintanto che la vena,
artistica e materiale,
sulla fronte non esploda
macchiando il monitor di sangue
e il cammino di bile.
che abile
ho imparato a masticare
e ruminare
come un mucca
nel bianco e nero del manto esterno
[multicolor nel cuore]
con sfuggevolezza e destrezza di una manta
[che vigila e plana]
tra le delicate pagine dell'oceano..